Ragazzi di malavita by Giovanni Bianconi

Ragazzi di malavita by Giovanni Bianconi

autore:Giovanni Bianconi
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2003-12-31T16:00:00+00:00


Maurizio Abbatino si presentò in Questura un mese dopo l'assassinio di Tonino Leccese e la scomparsa di Nicolino Selis, il 2 marzo 1981, con l'aria di quello che dice «Mi cercavate? Eccomi qua.» I poliziotti volevano la sua versione dei fatti: come mai non era in casa il 4 febbraio, quando erano andati a cercarlo? «Avevo litigato con mia moglie», rispose «crispino», «allora sono uscito e ho girato per conto mio tutta la notte. Sono tornato il giorno dopo, all'ora di pranzo.» Il maresciallo verbalizzò senza credere a una parola, Abbatino proseguì: «Dalla stampa ho saputo dell'uccisione di Leccese Antonio. L'avevo visto il giorno prima della sua morte in quanto mi sono recato presso la sua abitazione per salutare il Selis Nicolino, che sapevo era venuto per alcuni giorni di licenza. In casa vi era anche il Leccese Antonio, che io conosco ma con cui non ho molta amicizia. Preciso che quando mi sono recato in casa del Leccese con me vi erano anche Toscano Edoardo e Colafigli Marcello. Non conosco Mancone Libero, né Mancini Antonio, né De Angelis Massimo...

«Non mi ricordo cosa ho fatto il giorno 3 febbraio. Posso assicurare che, quel giorno, non ho incontrato né il Toscano né il Colafigli; mi ricordo che la sera del 2, quando ci siamo lasciati, il Toscano mi disse che il giorno successivo era il compleanno della figlia, e che non ci saremmo incontrati... Il giorno 5 febbraio mi sono incontrato con il Toscano, anche perché abita nella mia stessa via, e insieme abbiamo commentato la morte del Leccese. Siamo rimasti alquanto sorpresi dell'accaduto, senza però darci una spiegazione valida...

«Dopo la morte del Leccese non ho avuto più modo di sentire Selis Nicolino, né so dove possa trovarsi attualmente. Non so nemmeno dove possa trovarsi Toscano Edoardo, ma ho saputo che anche lui, spontaneamente, si presenterà all'Autorità competente. Non ho altro da aggiungere».

Undici anni e otto mesi più tardi, il 6 novembre 1992, dopo che una sentenza aveva mandato assolti i suoi amici d'un tempo, Maurizio Abbatino si sedette davanti al giudice istruttore e rivelò quello che aveva taciuto nel 1981. Parlò dell'appuntamento davanti alla Fiera di Roma, delle moto che avevano seguito Leccese, di quello che accadde nelle ore successive: «Il Selis, dopo che Antonio Leccese si era allontanato, salì a bordo di una Renault 5 in mio possesso, in compagnia mia e di Edoardo Toscano, per recarsi a casa di Libero Mancone in Acilia. Sotto il sedile di guida io avevo occultato la pistola Smith & Wesson calibro 22 da tiro, munita di silenziatore non artigianale, mentre a casa di Libero Mancone, sul tavolo da soggiorno, occultata in una scatola di cioccolatini, si trovava una pistola calibro 7.65, la quale sarebbe dovuta servire al Toscano per eseguire l'omicidio. A casa di Libero Mancone, peraltro, erano in attesa lo stesso Mancone e Vittorio Carnovale. A conoscenza di ciò che sarebbe dovuto accadere, e pronto a intervenire nella fase dell'occultamento del cadavere, era Giuseppe Carnovale, il quale si trovava nei pressi della casa ma non all'interno.



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